Tre dirigenti del Consorzio Autostrade Siciliane risultano iscritti nel registro degli indagati da parte della Procura di Patti che ha disposto il sequestro del viadotto Furiano sulla A20 Messina – Palermo, nei pressi del comune di Caronia. Secondo i tecnici incaricati dal Tribunale, il rischio di crollo sarebbe tutt’altro che da escludere. A lanciare le condizioni strutturali del ponte. Una condizione già segnalata nel recente passato dall’ispettore del Ministero dei Trasporti Placido Signorino, lo stesso che aveva tra l’altro segnalato la pericolosità della galleria Telegrafo.
Il decreto di sequestro, eseguito dagli uomini della Polizia stradale di S. Agata Militello, coinvolge il direttore generale ingegnere Salvatore Minaldi, il dirigente dell’Area tecnica ed esercizio ingegnere Dario Costantino e l’ingegnere Francesco Castelli, nella qualità di ex responsabile dell’Ufficio controllo strutture. Le ipotesi allo stato contestate sono di rifiuto di atti d’ufficio ed omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina poiché, secondo l’accusa, «pur consapevoli delle criticità di tenuta del manufatto, mai revisionato e rispetto al quale l’ente concessionario si è mostrato inadempiente nei riguardi del quadro normativo tecnico in termini di controllo periodico della stabilità, hanno omesso di provvedere ai lavori necessari di risanamento o di manutenzione straordinaria».
Nella relazione del Ministero che riusale al 2021 si legge di «eccesso di scorrimento degli appoggi ubicati nella spalla lato Palermo e nella prospiciente pila, con fine corsa ormai prossima a circa 6 centimetri di distanza dal bordo dell’impalcato della spalla. La carreggiata lato monte del viadotto era stata chiusa ad ottobre 2021, con l’avvio del monitoraggio ed il neo presidente del Cas Filippo Nasca con una nota ufficiale ha fatto sapere che l’ente era già a conoscenza di tale situazione. Adesso la Procura vuole approfondire la questione ed individuare responsabilità. Le condizioni delle autostrade sono sotto gli occhi di tutti. L’intervento della Magistratura è la conferma di quanto da tempo è denunciato da Cittadinanzattiva che continua a chiedere il declassamento di A20 e A18 e la revoca della concessione al Consorzio. Concessione, tuttavia e nonostante tutto, recentemente rinnovata dal Ministero.