MESSINA. Il risanamento a Messina è l’ennesimo terreno di scontro politico e di polemica. L’Ars ha detto no all’emendamento presentato dal deputato Danilo Lo Giudice con il quale si chiedeva la possibilità di derogare alle regole vigenti per l’assegnazione di case popolari in particolare ai soggetti affette da patologie gravissime. Circa 47 sarebbero, infatti, i malati terminali costretti a vivere all’interno di una baracca.
In Parlamento, a Roma, il deputato di Forza Italia Matilde Siracusano attacca il governo nazionale per non aver riconosciuto al sindaco di Messina i poteri speciali necessari per accelerare le procedure di sbaraccamento. Le deroghe richieste sono state interpretate come un abuso d’ufficio da chi ha detto no all’iniziativa. In riva allo Stretto il presidente di Arisme, Marcello Scurria invita il deputato regionale Pd, Antonello Cracolici, che ha detto no alle proposta Lo Giudice ad effettuare un tour nelle baraccopoli per verificare le condizioni in cui vivono tante famiglie.
Poi il primo cittadino Cateno De Luca dichiara: “Probabilmente, ho contratto un’infezione che combatto da oltre 4 mesi, in occasione delle mie continue visite e sopralluoghi, dove vivono bambini ed intere generazioni trattate come i lebbrosi dalla politica blasonata”.
Palazzo Zanca in questo momento è alle prese con l’esigenza di formare le nuove graduatorie per completare i piani già avviati. Ad esempio è impossibile procedere con lo sbaraccamento di alcune delle aree, come Camaro Sottomontagna, fino a quando tutte le baracche non saranno liberate. Ma sulla presunta relazione prodotta dall’Asp che certifica la presenza di 47 mila malati terminali in queste zone è giallo.
Il presidente dell’azienda sanitaria provinciale di Messina, Paolo La Paglia, al giornale on line “Messina Today” dichiara: “Ho chiesto agli uffici di questa relazione ma non ne abbiamo contezza, vorrei capire da dove escono questi dati di cui noi dell’Asp non abbiamo comunicato nulla agli organi di stampa e agli enti preposti al Risanamento perché questa relazione non esiste, non vorrei che dietro queste posizioni si nascondessero strumentalizzazioni politiche che a noi dell’azienda sanitaria non ci appartengono”.