MESSINA. La città di Messina si appresta a varare il piano d’utilizzo del demanio marittimo. Lo strumento è stato presentato ieri in giunta ed oggi stesso è stato trasmesso alla Struttura Territorio Ambiente per poi ottenere l’approvazione finale da parte della Regione. All’interno del piano sono state individuate quattro zone bandiera blu: Capo Peloro, Sant’Agata, Santa Margherita e Maregrosso. Quest’area in particolare oggi è il simbolo per eccellenza del degrado cittadino. E trasformarla in zona dove i messinesi potranno accedere ai servizi balneari sembra impresa davvero difficile ed ardua. Prevista anche la demolizione delle strutture abusive sul mare e la riqualificazione di tutte le aree demaniali.
Sui 56 chilometri di costa cittadina, “abbiamo programmato lo sviluppo di Messina – afferma l’assessore all’ambiente Dafne Musolino -, individuando le aree sulle quali vogliamo che si possa investire per il rilancio della città. Con le politiche del mare la città tornerà ad essere produttiva e protagonista”.
Palazzo Zanca ha individuato pure le “zone destinate al ricovero natanti per consentire di fare convivere la pesca con la libera fruizione della spiaggia, zone destinate ad attività balneari e complementari e zone per consentire di portare al mare anche i nostri amici a quattro zampe. E poi – conclude l’assessore – parcheggi, strade, il rilancio del Pilone in chiave turistica e della area Seaflight da restituire a tutti i messinesi”
Si prova, dunque, a mettere ordine in un settore non sempre attenzionato. Il rapporto tra la città e il suo mare è sulla bocca di tutti. Ma sono mancate sempre quelle scelte necessarie e coraggiose per trasformare interi tratti di litorale in una risorsa per l’intera collettività e non in un beneficio per pochi.