Piano di riequilibro, De Luca ha salvato Messina ma la Corte dei Conti produce una relazione da 103 pagine

Un’altra settimana si chiude senza alcuna novità sul fronte dell’elezione del presidente del Consiglio Comunale di Messina. E chissà ancora quanto tempo dovrà passare prima di giungere all’individuazione del nuovo vertice dell’aula. E’ braccio di ferro tra la maggioranza e le opposizioni. Un accordo ancora non c’è. Ma ad alimentare il dibattito politico in città in questo momento è il piano di riequilibrio. Cateno De Luca impegnato nella campagna elettorale per la conquista della poltrona di sindaco a Taormina, comune che il dissesto finanziario lo ha già dichiarato, non perde occasione nel ribadire di aver messo al sicuro i conti di Palazzo Zanca attraverso l’adozione del Salva Messina e la riduzione della massa debitoria. De Luca così non risparmia attacchi al sindaco in carica Mario Bolognari, responsabile a suo dire, di non aver proceduto alla rielaborazione del piano di riequilibrio ed aver dunque proceduto al dissesto come l’ex sindaco ha invece fatto al momento del suo insediamento in riva allo Stretto. Ma Messina, tuttavia, nonostante l’ottimismo dispensato, non è ancora al sicuro. E proprio quel piano rimaneggiato da De Luca con Basile, prima revisore dei conti e poi direttore generale, è sotto la lente di ingrandimento della magistratura contabile che ha prodotto una relazione di ben 103 pagine con una serie di criticità. Un capitolo non ancora chiuso. A luglio il sindaco Basile sarà chiamato a relazionare. Il partito democratico chiede una operazione verità ed un confronto aperto con la città e tutte le forze politiche.

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