Messina ed il potere dell’azzardo. Addiopizzo a supporto del lavoro della Dda

MESSINA. Centri scommesse e sale bingo, in poche parole il gioco d’azzardo. Un vero e proprio business che alimenta gli affari illeciti della criminalità organizzata. Un legame che è emerso, ancora una volta, con l’operazione “Last Bet” della Guardia di Finanza di Messina che ha fatto scattare il sequestro di beni, 10 milioni di euro, nei confronti dell’imprenditore Domenico La Valle, ritenuto referente del clan Mangialupi. A poche ore dall’intervento delle forze dell’ordine la nota dell’associazione Addiopizzo di Messina.

“A conferma del capillare lavoro investigativo, il quadro che emerge da quest’ultima operazione coordinata dalla Dda – si legge in una nota –  va ad aggiungersi a quello uscito fuori lo scorso settembre 2019 nell’ambito del processo Beta, che vedeva imputate le vecchie e nuove generazioni della potente cellula del clan mafioso Romeo-Santapaola le sui ramificazioni sono state da tempo accertate su tutto il nostro territorio.” Grazie al lavoro delle forze dell’ordine il potere dei clan in città sta subendo una battuta d’arresto.

“Gli accertamenti del Gruppo Investigazione Criminalità Organizzata del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria nel settore del gioco e delle scommesse d’azzardo – spiega ancora il presidente Enrico Pistorino – ci ricordano come la nostra città e la nostra provincia siano fortemente attraversate dal problema del gioco d’azzardo e di conseguenza dall’impoverimento di ampi strati della popolazione risucchiati dentro l’illusione spudorata sulle illusioni della gente, attraverso macchinette ruba o diffondendo pratiche illecite attraverso bische clandestine, poker elettronici fino alla simulazione virtuale di corse di cani, usura e lesioni personali.”

Allarmanti i dati che riguardano la città. Nel primo semestre 2018 sono stati spesi in volume di gioco circa 217 milioni di euro. Quasi il 6% del reddito pro-capite medio dei messinesi. Dall’ultima operazione emerge poi come sia diffusa anche la pratica della fornitura di servizi di vigilanza presso locali di intrattenimento notturni e di ronde mafiose a conferma della precedente operazione Flower del novembre 2019.

Come un copione rivisitato e aggiornato, il boss di turno o la rete criminale messa in piedi dai clan, funge da “risolutore” di contese e presunte rapine assicurando in taluni casi la restituzione stessa

delle somme rubate. “Come società civile società civile messinese – conclude Addiopizzio –  non possiamo ancora una volta non esprimere la nostra gratitudine e il nostro sostegno alle azioni messe in atto dallo Stato e al contempo manifestare alcune riserve legate alle concessioni date a determinati esercizi commerciali e non, di dubbia natura.”

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