Da quasi un’ anno si trovano con una graduatoria approvata per l’assegnazione di alloggi ma, ancora oggi, sono costretti ad abitare in baracche sempre più anguste e che dovrebbe essere demolite per ultimare le opere di riqualificazione dell’area oggetto di risanamento.
Gli abitanti di Camaro Sottomontagna, pretendono chiarezza una volta per tutte sulla loro vicenda. Anche perchè più volte l’amministrazione di Palazzo Zanca ha promesso un proprio intervento risolutore. Il Consiglio della Terza Municipalità raccoglie l’appello disperato di queste famiglie che si sono riunite in comitato e nei prossimi giorni invierà un invito alla partecipazione ad una seduta di Consiglio, che si effettuerà in tempi brevi, all’ Assessore al Risanamento del Comune di Messina ed al Presidente di Arismè.
“I residenti di Camaro Sottomontagna – sottolinea il presidente del Quartiere Alessandro Cacciotto – hanno tutto il diritto di conoscere in maniera certa e chiara il loro destino che purtroppo ancora oggi è avvolto nella più totale incertezza”.
Sul fronte del risanamento intanto “Dal decreto Milleproroghe arrivano novità anche per Messina. La deputata di Forza Italia Matilde Siracusano, sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento rende noto che il risanamento delle baraccopoli della città dello Stretto si dovrà completare entro la fine del 2024. Lo prevede un emendamento del governo approvato dalle Commissioni Affari costituzionali e Bilancio del Senato, durante i lavori di conversione del dl.
Il decreto Milleproroghe ha già previsto che il commissario per il risanamento della città di Messina sia il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. La nuova modifica migliorativa del testo introduce pure la figura del sub-commissario. Altro importante cambiamento riguarda il ricollocamento delle persone che attualmente ancora vivono nelle baraccopoli. Il commissario potrà anche utilizzare risorse finanziarie, acquisite attraverso altri bandi, non solo per la costruzione di nuovi mini quartieri – che a lungo andare rischierebbero di trasformarsi in piccoli ghetti – ma soprattutto per acquistare alloggi sul libero mercato e trovare dunque più velocemente una sistemazione per tante famiglie disagiate.