Erano in tanti ieri pomeriggio a manifestare contro il ponte sullo Stretto di Messina. Forse duemila. Ma non è una questione di numeri, è una questione di idee. La “Rete No Ponte”, composta da tante anime, vede lo sviluppo del territorio in maniera diametralmente opposta rispetto alla visione del Governo in carica.
“Il Ponte non serve – hanno continuano a dichiarare i partecipanti – diciamo si a tutto quello che produce sviluppo, lavoro, benessere, ma no alla devastazione di un patrimonio naturale straordinario”. Il corteo ha attraversato il villaggio di Faro con raduno, alle 18,00, nel luogo sul quale dovrebbe sorgere la gigantesca torre di sostegno lato Sicilia.
C’erano rappresentanti del Partito Democratico, della sinistra più “estrema”, c’era il Movimento 5 Stelle. Sventolavano le bandiere della Cgil e di vari altri sindacati. Ovviamente presenti tutte le associazioni ambientaliste e gli uomini “simbolo” della battaglia no ponte come Daniele Ialacqua e Gino Sturniolo

Ma a sfilare con le varie “sigle” di associazioni o partiti c’erano anche tanti semplici cittadini molti dei quali preoccupati per l’impatto dei cantieri. Arrivati anche i “No Muos”, qualcuno addirittura da Piazza Armerina.
Per molti dei partecipanti il no al ponte deriva dalla paura di una cantierizzazione delle aree “eterna”. Non c’è fiducia infatti nelle parole del ministro Matteo Salvini. “I lavori dureranno trent’anni almeno”, ha dichiarato una signora residente in zona.
A sostenere che non si andrà molto oltre l’apertura dei cantieri anche il magistrato in pensione Marcello Minasi che ha sfilato a fianco del consigliere di circoscrizione Renato Coletta: “Per me la manifestazione non è contro il ponte, non lo faranno mai. E’ contro la devastazione del territorio”.
La manifestazione di ieri ha lanciato un segnale importante al Governo. C’è chi vorrebbe l’utilizzo dei 13 miliardi previsti per il ponte per investimenti completamente diversi.
A sostenere gli striscioni anche il docente di economia Guido Signorino: “Il ponte è un progetto vecchio, insostenibile, non produrrà benefici. Poteva andare bene 50 anni fa”
In piazza non poteva mancare l’ex sindaco di Messina Renato Accorinti che promette battaglia: “Bloccheremo i cantieri fisicamente se necessario. Lo Stretto di Messina è patrimonio dell’umanità”