Andrea Bonafede, ingegnere residente a Campobello di Mazara. Questa l’identità utilizzata dal boss latitante Matteo Messina Denaro che si nascondeva nel comune in è provioncia di Trapani a pochi kilometri da Castelvetrano. Dopo la cattura prosegue l’attività della magistratura e delle forze dell’ordine. Indagato il medico che aveva in cura Bonafede alias Messina Denaro. Le attenzioni si concentrano pure sulla struttura sanitaria dove è avvenuto l’arresto. Nella notte in vicolo San Vito è individuato il covo utilizzato in questi anni. All’interno del rifugio i carabinieri del Ros hanno trovato molti abiti di lusso, firmati, diversi profumi, anche questi di lusso, e un arredamento definito “ricercato”. Ma nessuna arma.
Per la perquisizione del rifugio di Messina Denaro sono al lavoro anche i Ris dei carabinieri di Messina, i Reparti di investigazioni scientifiche. Saranno loro a repertare gli oggetti che si trovano nel covo dell’ex latitante. Restano tanti interrogativi sulla vicenda. Il latitante è stato catturato nella clinica privata La Maddalena dove si era recatro per alcuni controlli e dove nel recente passato si era anche sottoposto a sedute di chemio terapia.
Messina Denaro ora si trova in carcere. Il boss avrebbe già trascorso la prima notte al 41 bis all’interno della struttura di massima sicurezza de L’Aquila. Carcere che dispone di reparto di medicina oncologica e il boss, malato di tumore, potrà continuare a seguire le cure. Anche la vicinanza con Roma avrebbe giocato un ruolo nella decisione di trasferire il capo storico di Cosa nostra nel penitenziario abruzzese.