Il ritorno alla normalità è lento e graduale. Ma ci vorranno anni perchè le colline andate in fumo possano rigenerarsi. Un danno incalcolabile quello prodotto dagli incendi di inizio settimana, opera di criminali senza scrupoli. Nella provincia di Messina – fa sapere la Forestale – sono andati in fumo 2000 ettari di vegetazione. Ma si tratta solo di una prima stima. Da Taormina a Santo Stefano di Camastra. Un vero e proprio disastro, forse senza precedenti. Almeno 400 gli ettari distrutti soltanto nel territorio del capoluogo. I danni maggiori nei villaggi della zona nord. Spente le fiamme ci sono i problemi ancora da superare. Particolarmente complessa resta la situazione alle Masse dove da giorni non c’è servizio idrico. Amam ha provveduto ad inviare sul posto due autobotti che si trovano a Massa Santa Lucia e Massa San Giovanni. Difficoltà pure legate all’energia elettrica. A Massa San Nicola la Protezione Civile questa mattina ha installato un gruppo elettrogeno per garantire la pubblica illuminazione e la corrente agli unici due abitanti del piccolo borgo. Black out elettrici si sono registrati nelle scorse ore anche nella zona di Curcuraci. Ovunque si segnalano disagi. Il presidente della VI Municipalità Francesco Pagano ha scritto al sindaco Federico Basile per sollecitare la presentazione della richiesta dello stato di emergenza perchè possano essere riconosciuti ristori alle attività economiche ed alle famiglie che hanno subito ingenti danni tutti in corso di quantificazione. Una nota è stata inviata anche alla Città Metropolitana per richiedere interventi sulle strade provinciali, alcune delle quali risultano essere in parte impraticabili.
Superata questa fase, però, si guarda al futuro ed alle conseguenze che potrebbero determinarsi già dal prossimo autunno con l’arrivo delle abbontanti piogge. Il rischio di frane e smottamenti è dietro l’angolo. Colline fino a qualche giorno fa ricche di vegetazione oggi si presentano come un paesaggio lunare e rischio di diventare un ulteriore elemento di pericolo per la pubblica incolumità.