MESSINA. La scelta della messa in liquidazione dell’Atm, contenuta all’interno del “Salva Messina”, è la cartina di tornasole del bluff del piano dell’Amministrazione comunale”. Questo il parere dei segretari generali di Cgil Uil Messina, Giovanni Mastroeni Ivan Tripodi.
“Conti che non tornano sullo stato economico – sottolineano Mastroeni e Tripodi – e denunce alla Corte dei Conti dell’organo revisore di Atm, blitz della Guardia di Finanza nei locali della partecipata e fondati sospetti su mandati, delibere e consulenze del nuovo management con la probabile incompatibilità degli organi liquidatori. Ben due commissioni bilancio, volute dal consiglio, per fare chiarezza su denunce gravissime dei revisori, volutamente disertate dal sindaco e dalla sua giunta che vorrebbe però continuare il dibattito sui social scappando dalle sedi istituzionali”.
Chiara la richiesta al Consiglio comunale: ritirare la delibera di liquidazione di Atm ed avviare le opportune verifiche. Per Cgil e Uil “non c’è altra via, alla luce della situazione attuale”. Il ricorso a professionisti esterni, lo hanno chiesto da subito Cgil e Uil, lo ha votato il Consiglio comunale in un emendamento allo stesso “Salva Messina”. Ad oggi, senza fare sconti a nessuno, quella appare la via obbligata per chi ha a cuore realmente la cosa pubblica”.