Atm, altro schiaffo a De Luca. Il consiglio boccia il contratto di servizio

MESSINA. Ancora una bocciatura per il sindaco Cateno De Luca. Ancora una volta su Atm. Dopo il no dell’aula al piano di liquidazione, appena qualche giorno fa, adesso è arrivato il parere contrario al contratto di servizio tra Comune di Messina e la nuova società per azioni Atm.

Oggi con undici tra astenuti e contrari (astenuti i 5 stelle e contrario il Pd) e altrettanti favorevoli (il centrodestra, Sicilia Futura e Nello Pergolizzi e Massimo Rizzo di LiberaMe) il Consiglio comunale ha l’atto che dovrebbe regolare i rapporti tra Palazzo Zanca ed azienda. Un contratto da 76 milioni di euro per i prossimi due anni. Furioso il primo cittadino che ha abbandonato l’aula. Si complita il percorso che l’amministrazione ha immaginato per la nascita della nuova Atm.

Già questa mattina De Luca aveva parlato di uno slittamento rispetto alla data del 1°gennaio, indicando al 1°marzo l’avvio della spa. Ma ora tutto appare più complicato.

Intanto questa mattina si è svolta l’udienza presso il tribunale del lavoro di Messina sulla denuncia per condotta anti sindacale promossa lo scorso 16 dicembre contro Atm in liquidazione, Atm Spa e Comune di Messina da Filt Cgil UIltrasporti e Cub rappresentati nel procedimento dall’avvocato Aurora Notarianni . Presenti i legali sia di Atm in liquidazione che di Atm Spa mentre non si è costituito il Comune di Messina chiamato a rispondere nella qualità di ente di controllo. “Reputiamo che le giuste ragioni poste alla base del ricorso abbiano dato al giudice gli strumenti per decidere con serenità e competenza e attendiamo fiduciosi le relative determine – dichiarano Filt Cgil UIltrasportie Cub.

“Il comune chiamato a costituirsi in tribunale preferisce disertare l’udienza – accusano i sindacati – ma contemporaneamente in aula di consiglio a palazzo Zanca alle ore 11 il sindaco dichiara che la nuova Spa diventerà attiva non più dal 1 gennaio ma dal 1 marzo affinché le procedure di trasferimento del personale avvengano nel rispetto delle norme e senza “forzature”.

Nonostante le accuse lanciate a questi sindacati che responsabilmente hanno preteso il rispetto delle norme per la piena tutela dei diritti dei lavoratori, dovendo ricorrere al tribunale del lavoro,  appare chiaro che adesso anche le parole del sindaco, che avrebbe dovuto costituirsi in tribunale,  ci danno ragione e che serve una proroga per valutare al meglio i percorsi da intraprendere.

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